lunedì 18 dicembre 2017

"Sul fondo", Acustica, 2017

Per motivi tecnici, ascolto i dischi di cui vi scrivo in cuffia, una buona cuffia mentre intorno i miei sensi sono catturati da una miriade di inebrianti odori di cucina, di profumi di quaderni di scuola elementare che mia moglie corregge e dall'affetto di una coniglia che mi “bussa” con il muso sulla gamba per elemosinare due croccantini.


Acustica, Sul fondo, 2017
La cuffia è un mezzo/ambiente che favorisce la concentrazione sui dettagli mentre, traccia dopo traccia, prendo appunti sul lavoro del 2017 della band degli Acustica intitolato “Sul fondo”.
Le suggestioni dettate dall'istinto, rilette corrette ed integrate nel ciclo che forma una consapevolezza di percezione, mi consentono di comprendere il senso complessivo che un’antologia di musica inedita assume, nella sua contiguità di tracce simili alle scene di un’unità filmica.


E quello che ho visto, ascoltando “Sul fondo” è stato un cortometraggio di un giovane uomo, vittima di una crisi da spleen tardo adolescenziale che, in un giorno umido, grigio di pioggia lenta, si incammina - tra autobus e piccole passeggiate a piedi - per un viaggio di poca durata, lontano dai suoi luoghi di vita quotidiana in una qualunque piccola provincia italiana, abusata dai riti consunti di una crisi economica, divenuta soprattutto una crisi di insoddisfazione irrisolta.

Una situazione diciamo tra Rohmer e Gondry a cui potrebbe essersi ispirato un team musicale di tre giovanotti dell’area pisana alla ricerca di un soggetto per ispirare la loro tensione espressiva.

Tinte pastello fredde tra trame di tela per sacchi, tenute insieme da un airone a cui la band affida il destino di questo racconto.


Fosse stato leggermente più lungo, la magia di questa “prima” si sarebbe sciolta in un delirio di autoindulgenza punitiva, per l’ascoltatore.

Invece “Sul fondo” degli Acustica - uscito nel settembre 2017 per Beng! Dischi - si fa apprezzare grazie al dosaggio di un sapiente lavoro di studio, dal quale esce un ritratto di talune potenzialità della band come la capacità di prediligere una visione sonora d’insieme che all’occasione potrebbe vederli accompagnare una installazione piuttosto che una piece di teatro in musica.

A tratti, il cantante prorompe in singhiozzi strozzati, ma che gli si possono perdonare in previsione di una prossima evoluzione del suo stile. 

Nessun commento:

Posta un commento