mercoledì 12 settembre 2018

Viaggio di una vita attraverso i vinili - Giorno 02

Viaggio di una vita attraverso i vinili Blog Mauro Boccuni
Nell'altro post, il primo dedicato a questa sorta di diario, di viaggio alla ricerca di stati d'animo sepolti e di immagini che la memoria potrebbe riportarmi a galla mentre rigiro idealmente tra le mani i miei dischi di cui vi scrivo, dicevo nell'altro post avevo chiuso il flusso del racconto con il GH etcetera di Paul Simon, una raccolta messa su nel 1977 per celebrare il successo dell'album "Still crazy after all these years", il grammy ricevuto e probabilmente una tournèe di successo.

Ma, che io mi ricordi, all'epoca dell'acquisto dell'album, io non ero al corrente di nulla di tutto ciò.
Avevo sedici anni perché ero a Caserta, dopo il trasferimento nel mese di giugno del 1978 e la mia personale discografia contava non più di una trentina, quarantina di album, forse.
Molti i singoli :)

Trionfava tutto il repertorio dei Beatles, un lavoro di Battisti, molte cassette per sedare la bulimia da conquista rapida della discografia da intenditore!



Joni Mitchell
Joni Mitchell
Insomma, mentre attendevo con ansia questo nuovo disco di Paul Simon dalle mani di Gaetano - il nostro pusher di musica su vinile - è probabile che avessi cominciato a coltivare anche la travolgente passione per Miss Joni Mitchell, entrata a casa nel '78 o l'anno dopo grazie ad un mio flirt giovanile, Agata.

Ci frequentavamo.

I compiti, un thè, lei mi leggeva la mano e mi faceva l'oroscopo, in quella bolla atemporale che si avverte quando le seconde o le terze tempeste ormonali si scontrano con il fascino ammaliatore di una tua compagna di classe che tu credi sia tutta per te.

 Miles of Aisles, Joni Mitchell
Miles of Aisles, Joni Mitchell
Alla fine, si rivelò un pò impicciona, ma io avevo già acchiappato da lei per 10000 lit il primo doppio dal vivo Miles of Aisles (Migliaia di navate, di sale da concerto) che Miss Joni aveva pubblicato nel 1974 dopo la chiusura del suo rapporto con la band degli L.A. Express.

A Caserta, abitavo a Via Giotto, Parco Gabriella, a poche centinaia di metri dal liceo classico Giannone dove la mattina, prima di salire in classe, mi ritrovavo in un gruppo di altri appassionati di musica - 4 o 5 compagni, tutti disinteressati allo sport, grazie a dio - e ci raccontavamo delle reciproche fughe verso gli orizzonti che la musica ci apriva.

Liceo Giannone, Caserta
Liceo Giannone, Caserta
Mi ricordo che Sabatino, che tra l'altro abitava nell'appartamento sopra al mio e che avrebbe poi preso gli studi di medicina, comprava molto da Nannucci roba tipo i B52's, i DEVO o i Pere Ubu, i Talking Heads.

Un altro era un appassionato di Neil Young di cui era diventato quasi un teoreta, idealizzandolo assieme al gran numero di altra musica straniera che poteva permettersi di acquistare.

Un altro era Agostino, il mio compagno di banco non a caso, il più "alternativo" per approccio, metodo e capacità di cogliere le differenze, seguirle e farsi trascinare nel processo di metamorfosi che poi lo avrebbe portato a diventare uno dei compositori di musica concreta più stimati in Italia e all'estero, uno studioso, un docente di conservatorio.

Talking Heads
Talking Heads
Fu lui ad andare a sentire i Talking Heads quando vennero a Roma nella tournèe ipertecnologica - per l'epoca - di "Fear of music".

Mi ricordo che il giorno dopo arrivò tardi a scuola, la terza ora forse e in classe c'era matematica.
Rincoglionito ed esaltato, salutò la classe, si schiantò sulla sedia e la professoressa volle capire questo comportamento spavaldo.

E luì si alzò, come rapito da un destino messianico, e trascinò la professoressa in una disquisizione mistico tecnologica sui rapporti tra cultura delle riproduzione e l'evoluzione delle masse.

La professoressa era una donna curiosa, devo dire, si alzò dalla scrivania, colse un sincero coinvolgimento emotivo e ne nacque una breve conversazione che conservò Ago tra i compagni più fighi della classe a Caserta.

Però IO non riuscivo a trovare i miei interlocutori idonei per discutere di Simon, dei Beatles, di Simon&Garfunkel, di Joni Mitchell e di tutte le loro suggestioni multilinguistiche.

Ma questa è un'altra storia per il prossimo post.

Nessun commento:

Posta un commento