![]() |
Girolamo De Simone, compositore e pianista |
![]() |
Luciano Cilio sulla copertina del cd/vinile "I nastri ritrovati |
Da quanto ho capito dai racconti e dalle letture, Luciano Cilio era un'anima fragile capace di raccontare con entusiasmo e coraggio la propria inevitabilità, ma non seppe resistere all'esilio artistico.
Luciano, così come aveva preannunciato la potenzialità del suo talento ancora in fase di sviluppo, decise di prendere il Grande Autobus e, senza un biglietto di ritorno, se n'è andato altrove da noi.
Preferendo un oblìo.
![]() |
"Dell'universo assente" |
Diventandone mentore nei decenni a venire, pubblicando per la propria casa editrice libri e articoli, a cui, nel 2004, ha voluto aggiungere la riedizione per l'etichetta indie Die Schachtel dell'unica opera di Cilio, intitolata questa volta "Dell'universo assente".
Luciano Cilio nel 1977 infatti pubblica per EMI italiana il suo unico LP dal titolo "Dialoghi dal presente", ossia una sorta di sintesi del suo laboratorio sonoro del periodo da cui emergono pezzature timbriche che diventano solidi dalla identità fluida, ballate mantra monotonali alla chitarra sulla quale Cilio stende strati e strati di altri sapori con cui stringe e allarga la tensione tra le parti.
![]() |
Luciano Cilio, "Dialoghi del presente" |
Ed è doveroso anche citare per libera associazione, le musiche che seguivano le immagini di talune pellicole esotiche di Pasolini o le prime riduzioni televisive RAI dei poemi omerici.
Ciò detto voglio precisare che io non riesco a far muovere un "mio" ipotetico Cilio sulle scene della vita perché ne ho un'eco estatica e ammirata dalle sole parole di Girolamo che, per sua istintiva discrezione, preferisce fare parlare le suggestioni musicali e lanciare spunti durante le conversazioni che a me tocca acchiappare, senza chiedere troppo, che diamine :)
![]() |
Il vinile de "I nastri ritrovati" |
"I nastri ritrovati"- questo il titolo del lavoro in vinile e in cd a nome di Luciano Cilio e Girolamo De Simone - alle mie orecchie e sensibilità, parla della gioia di Girolamo per un dono inatteso giunto a lui tra le pieghe dell'esistenza per farne misura di un atto che non fosse un banale memoir per intenditori, per appassionati.
La pubblicazione suona come una ideale prosecuzione del lavoro di Cilio e non come uno di quegli album pieni di outtake per apprezzare il rocesso creativo del musicista.
E' più grezzo dei "Dialoghi", è una versione essenziale di quella testimonianza.
Ma si ritrovano le domande che Cilio sembrava porsi nella prima metà degli anni settanta.
E' un ascolto che desta curiosità e ve lo consiglio
Nessun commento:
Posta un commento