Quando due anni fa ho preso una pausa, una lunga pausa dalla mia attività di operatore culturale musicale, l'ho fatto perché provavo un senso fisico di
nausea nei confronti di una
editoria indipendente, prodiga di sè oltre ogni misura, anche per un commentatore come me "
senza redazione".
Per darvi un'idea, ero arrivato al punto di ricevere 35/40 mail/contatti, con altrettanti allegati, ogni decina di giorni.
Cioè, in media, ogni mese avevo la casella di posta elettronica e le chat invase da non meno di 100 produzioni che, comprensibilmente,
non avrei MAI potuto ascoltare nella loro totalità.
In parte o del tutto.
Ma io, che svolgo questa attività con passione e senza retribuzione, lo facevo per
dare ascolto e "fare palco" virtuale per chi ne avesse la dignità e/o uno stralcio di suggestione musicale interessante, anche se ancora da sviluppare.
E' una sorta di missione la mia che piace al senso anche del tempo che sto dedicando alla stesura di questo post.