mercoledì 4 aprile 2018

Due anni fa avevo preso una pausa dalla mia attività di operatore culturale musicale

Quando due anni fa ho preso una pausa, una lunga pausa dalla mia attività di operatore culturale musicale, l'ho fatto perché provavo un senso fisico di nausea nei confronti di una editoria indipendente, prodiga di sè oltre ogni misura, anche per un commentatore come me "senza redazione".

Per darvi un'idea, ero arrivato al punto di ricevere 35/40 mail/contatti, con altrettanti allegati, ogni decina di giorni.

Cioè, in media, ogni mese avevo la casella di posta elettronica e le chat invase da non meno di 100 produzioni che, comprensibilmente, non avrei MAI potuto ascoltare nella loro totalità.
In parte o del tutto.

Ma io, che svolgo questa attività con passione e senza retribuzione, lo facevo per dare ascolto e "fare palco" virtuale per chi ne avesse la dignità e/o uno stralcio di suggestione musicale interessante, anche se ancora da sviluppare.
E' una sorta di missione la mia che piace al senso anche del tempo che sto dedicando alla stesura di questo post.


Ma più passavano i mesi e le settimane e più mi rendevo conto che non solo mi stavo stritolando in un meccanismo che irrideva ai miei presupposti di partenza, ma che rischiava di negarli.

In ogni caso, al netto di questi ragionamenti, quello che mi infastidiva davvero era che non sentivo più stimoli in quello che ascoltavo!

Era come porsi davanti ad un esercito di cosplayer delle settenote, cioè un tributo di esibizionisti alla ricerca di (un qualunque) sè, attraverso l'ossequio ossessivo agli universi dei loro Maestri.
Maestri, che nessuno riusciva ad "uccidere" psicologicamente. Negli stili musicali, nelle espressioni, nei temi cantati, anche se si può sostenere che "alla fine si canta sempre di amore e conflitti o di fughe dal reale!"

Narciso, Caravaggio
Narciso, Caravaggio
Ma questi questuanti del Narciso addolorato, non paghi delle proprie pretese, si rivoltano anche nella iconografia fotografica pop rock del passato, in ogni -ismo della stagione d'oro del pop rock, nell'uso delle tecnologie per suonare del passato, nelle stesse logore maniere di proporre la musica DEL PASSATO!

Si intenda è un esercito di giovani e di meno giovani mediamente molto competente da punto di vista tecnico, anche scaltro e a tratti cinico rispetto alle logiche del micro sistemi che consentono alle band di fare comunità, produzioni e musica dal vivo.

Ma io, tranne rare eccezioni, non sentivo e non avverto tuttora granchè VITA in questa cultura indipendente.

E se provavo disagio, visto che non mi paga nessuno e sono indipendente nelle scelte, nei tempi e nei modi, dovevo riprendere fiato per riguadagnare entusiasmo sufficiente a riprendere l'attività e a fare testimonianza della stagione musicale in cui viviamo.
E di cui io posso scrivere, senza perdere curiosità.

Quindi come reagire?

Io scarto senza pietà qualunque progetto (l'85%, in genere) che denunci solo l'autoindulgenza narcisistica di chi si masturba artisticamente "in cameretta" e poi davanti alla telecamera del proprio pc, senza dimostrare di possedere il know how necessario per determinare formalmente cioè in una forma appropriata la propria confusione mentale!

Questi prodotti sono gli aborti prodotti e legittimati da una stagione senza veri addetti all'A&R, senza uomini e donne capaci di "fare editoria", la propria editoria, mettemdo da parte iniziative acerbe e "bambine" egocentriche e viziate!

Se la democrazia consente a tutti di esprimersi, pochi hanno qualcosa da dire, qualunque sia il contenuto e il modo.

In ogni caso, il vero senso della faccenda è un altro e ve lo faccio raccontare dai Monthy Python.


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