mercoledì 11 aprile 2018

Gli emo non erano spariti? Per una estetica degli indie da classifica

Zappatori
Zappatori
Premetto che questo post rischia di essere una tirata polemica sul diffuso abuso di provocazione tardo adolescenziale di cui sono disseminate la "canzonette al minimo sindacale" dell'indie sdoganato.
L'indie musicale che, ieri era tutto un cercare persone come me in chat, per una recensione da aggiungere al mucchio delle inutilia da indipendente italico, da esibire ad un pubblico inesistente e per di più sordo.

Oggi invece è un indie da sfigati di classe, almeno fino a che va il flusso delle classifiche sulle piattaforme di streaming e dei download da ITunes.


Cuore di Instagram
Cuore di Instagram
Cifre grosse da esibire alla "community" su Instagram dove se per ogni cuoricino ci fosse un centesimo, uno diventerebbe meno precario :)

Ciò detto, in premessa, vi racconto il motivo che, oggi, mi ha spinto a lucarelliarmi :)

Vado nella casella dei comunicati stampa, ne trovo uno nuovo, apro la mail, dico ok non fa per me, però poi proprio in queste situazioni mi sfido con un dai capiamo che cazzo è 'sta roba.
Lo ammetto ho il gusto dell'orrido che annuso a distanza e voglio vedere o sentire dritto nelle orecchie.

La cagata musicale che trova linkata è indescrivibile, manco quella dei neonati raggiunge questo disgusto.
Il nulla fattosi 3' di noia.

Però poi si lo so che non sono io l'interlocutore ma il tizio brufoloso con gli abiti che gli cascano addosso, arrabbiato con tutta la parannanza dell'odio della età pre adulta e pre caria.

Quindi?

Abbigliamento indie
Abbigliamento indie
Quindi c'è che il tizio canterino ha scritto una nota descrittiva al suo spleen di maturando in fieri - nel senso dell'età - ed è esattamente questo il capolavoro che vi presento, qui sotto. Prego leggete.

«"Titolo della canzone occultato per ovvi motivi" è una canzone che ho scritto di getto, senza pensarci troppo. È diretta, senza inutili giri di parole, un grido a pieni polmoni con cui voglio liberarmi di ansie, dubbi e ricordi. Con Titolo della canzone occultato per ovvi motivi dico per la prima volta di No: no alle situazioni che mi stanno strette, no all'accontentarmi, no all'inerzia sentimentale che ci spinge a portare avanti una storia quando ormai non c'è più nulla da dire solo perchè non vogliamo ricominciare da zero, rinunciare alle abitudini e alle facce che nemmeno sopportiamo più ma che ci fanno sentire a casa. Con questo brano sento di essere uscito dalla mia safe zone, sia umanamente che musicalmente parlando, è un abbracciare le novità che mi spaventano, certo, ma di cui sento di aver bisogno. Per quanto riguarda il titolo, questa canzone non poteva che chiamarsi Titolo della canzone occultato per ovvi motivi perché quando non hai voglia di sentire nessuno, di stare lontano da tutto e da tutti, sono la cosa migliore che si possa desiderare.»

Ivan Carozzi, "Teneri violenti", 2016
Ivan Carozzi, "Teneri violenti", 2016
Questo è un manifesto per un'estetica dell'indie 2018, scritto probabilmente da un ghost precario dei  moderni uffici stampa o delle redazioni così ben descritte da Ivan Carozzi nel suo libro "Teneri violenti", che vi consiglio.

Esaminiamolo meglio.
  1. In primis, ecco imporsi subito la necessità dell'urgenza, della "canzone scritta di getto", senza pensarci troppo quasi a volersi affrancare dalla tradizione dei parrucconi che pensano troppo, opposta invece alla produzione di una forma incontrollata di energia, consegnata al messaggero di Arte - il canterino indie - da un Dio benevolo e monello, spesso di notte dopo una generosa bevuta.
    Questo è un topos letterario offerto da esperti autori di immaginario popolare quando si deve vendere la gioventù, il dionisiaco, l'effervescenza.
    Lo hanno fatto tutti gli esperti di comunicazione dal "giovane" Sinatra in poi.
    Nulla di nuovo.
  2. Segue il topos del "giovane" oppresso e macilento, insomma una versione Marvel Calvin Klein del Giovane Werther goethiano. Infatti qui l'indie hero costruisce la sua resurrezione prima della sconfitta stessa e dice, come la bambolina, NO! NO! NO!
  3. Al punto tre, dovrei citare il titolo ma, purtroppo, non posso scriverlo, altrimenti rischio la querela.
    Posso solo dirvi che è un oggetto del cellulare cross generazionale oggi giunto ad una perfezione tecnologica tale da essere di fatto lo scudo di una generazione che già molti definiscono, anche se con cautela, "autistica"
Qualunque pezzo indie da classifica è impostato su questa estetica: spleen romantico, superamento del trauma in atto, proiezione tecnologica della propria condizione di essere debole e ferito.

Gli emo non erano spariti?

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