domenica 6 maggio 2018

“3+3 - 6 occasioni per un incontro d'autore" - Intervista con Alessandro Russo, Maggio 2018

Alessandro Russo, pianista e compositore
Alessandro Russo, pianista e compositore
In occasione dell'uscita del suo secondo lavoro musicale "Escher on the Beach", ho coinvolto il compositore e pianista Alessandro Russo in un gioco dal titolo “3+3 - 6 occasioni per un incontro con un artista".

Le prime "3 occasioni" sono tre risposte che l'autore ha dato ad altrettante mie domande.

Le seconde "3 occasioni" sono tre tracce musicali, scelte dall'autore, per presentarsi al lettore di internet che volesse approfondire la visione artistica del musicista.


Occasione n°1

1/3 Mauro Boccuni (MB): Come si colloca un lavoro come l'ultimo che hai pubblicato in un elenco molto fitto riproduzioni analoghe basate sul flusso, la materia sonora, la musica di ambiente la cultura del minimalismo, tutte esplorazioni già ampiamente affrontate, rivisitate, oggetto di ampie discussioni critiche?
Qual è la tua necessità estetica in questo caso e anche umana come artista musicista?

1/3 Alessandro Russo (AR): Esatto. Nasce proprio da una necessità primordiale, che di conseguenza essendo primordiale, va in un certo senso ad ignorare, dal punto di vista umano, cio’ che e’ stato prodotto nei secoli. 
"Escher on the beach", 2018 - Alessandro Russo
"Escher on the beach", 2018 - Alessandro Russo
Indubbiamente invece, dal punto di vista artistico, “Escher on the beach” arriva dopo lavori di artisti che stimo come Philip Glass o Nyman o prima ancora Satie, che mi hanno nutrito fino al punto di prendere in prestito i loro linguaggi. 
Il mio tentativo credo in parte raggiunto sta proprio nel trasmettere sul piano quella che è’ la mia emotività, senza censure di alcun tipo. 
Dunque il flusso che attraversa i brani e’ quasi di tipo contemplativo. E credo che mettersi in gioco con sincerità e senza limiti di genere, pur usando uno strumento solo come il piano, non sia così scontato. A volte in qualche critica, che sia positiva o negativa, c’è un annichilimento della poesia, che è quello che cerco.

Il primo brano musicale è "Opening"  del compositore americano Philip Glass ed è tratto da "Glassworks" del 1982.



Occasione n°2

2/3 MB: Hai ragione, spesso ci si dimentica che un autore. qualunque sia il suo linguaggio espressivo, non è un sacerdote di una liturgia pubblica, ma un fragile ramoscello, un’antenna privilegiata in contatto con una forma di matrice del reale che chiamiamo poesia :)
Parliamo del tuo rapporto con il tuo strumento, il pianoforte lo strumento del classicismo romantico per eccellenza, e cosa ti attrae, quindi, del suo uso, nel repertorio degli ultimi vent’anni.

2/3 AR: Grazie a mia madre mi sono avvicinato al pianoforte in tenerissima età, e da allora non ha dato troppo spazio ad altri strumenti, e’ un amante geloso! 
Per quanto riguarda l’uso del pianoforte, negli ultimi vent’anni ha avuto ancora molto da dire e credo che difficilmente si arresterà come forma di comunicazione. 
C’è chi e’ tornato a “torturarlo” fisicamente come Hauschka, un compositore tedesco che ha scelto di partire dal pianoforte preparato di Cage ma unendo quello che dicevamo prima, una esigenza espressiva al mero tecnicismo fine a se stesso. Quindi chapeau. 
In ogni caso apprezzo molto Cage. 
C’è chi lo ha portato a non dire niente di nuovo dal punto di vista della scrittura come Max Richter, ma che attraverso il suono del pianoforte riesce ad emozionare come pochi oggi fanno. 
Ma anche i pianoforti filtrati di Thom Yorke, o il minimalismo di Nils Frahm. 
Credo di potermi collocare tra chi ne ricerca il lato più sensibile ed emotivo più che estetico o concettuale, almeno in parte.

Il secondo brano musicale è "Amused to death" del compositore e bassista inglese Roger Waters ed è tratto dal lavoro omonimo del 1992.

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Occasione n°3



3/3 MB: Siamo all’ultima domanda di questa intervista “3+3” nel corso della quale è emerso prepotentemente il lato più intimista e colto del ricercatore e compositore musicale Alessandro Russo.
Devi rivelarci una tua debolezza umana, anche due...Cioè se passo da Bologna, dove vivi perché tu sei calabrese di origine, e vogliamo trascorrere una serata fuori con i tuoi amici, ci porti dove, ad esempio?

3/3 AR: Sicuramente vi inviterei a casa a mangiare le polpette calabresi contaminate con birra danese e noce moscata (con le mani non suono solo il pianoforte :D) e finiremmo poi a monte capra sui colli a mangiare tigelle e crescentine o a mangiare pane casu e sebadas nel centro di Bologna.

Il terzo ed ultimo brano musicale è "No time no dspace" del compositore Franco Battiato ed è tratto da "Mondi Lontanissimi" del 1985.


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