martedì 15 agosto 2017

Licola, prospettive diverse e una riflessione sul Pop

Ieri ero sulla spiaggia di Licola, Napoli, Lido "Le Nereidi".
La giornata era tersa, complice un venticello a tratti anche fresco oltremisura proveniente da non so quale direzione.
Dalla spiaggia, la vista su Ischia, Procida e Cuma consentiva di allungare gli occhi fin quasi a scorgere le abitazioni sulla costa del isole del golfo flegreo.
Mi sono emozionato, mi sono detto che avevo criticato aspramente le condizioni del mare qualche giorno prima con un post sdegnato pubblicato su Facebook e oggi che potevo esaltarne, invece, la bellezza, mi limitavo a godere senza condividere questo capolavoro?
Non poteva essere, quindi ho scattato una sequenza di fotografie che poi Google Foto da par suo mi ha montato restituendomi quando segue:

Litorale di Licola, Campi Flegrei, Napoli - agosto 2017
Litorale di Licola, Campi Flegrei, Napoli - agosto 2017
Bene, bravo, bis :) Nel senso che poi mi sono spogliato e sono andato a rinfrescarmi.
E l'ho fatto diverse volte, il rinfrescarmi a mare intendo :)
Quindi si sono fatte le 13:00 ca. e la spiaggia si era riempita e io, da inquieto osservatore della realtà attraverso lenti mentali a "progressiva profondità di campo" :), osservando la spiaggia e i suoi ospiti dal mare, ho ritagliato, confezionato e montato un quadro scenico ricco di spunti per una molteplicità di usi espressivi, descrittivi, narrativi.

Ma la cosa che mi è venuta in mente in maniera nitida mentre elaboravo tutte queste suggestioni, e che volevo lasciare su questo post, è quanto mi piaccia certo genere musicale pop, caratterizzato - secondo il mio gusto - da due canzoni italiane, per me, metro di brillantezza compositiva, forza di idee e senso della popolarità folklorica della forma canzone.

La prima di queste Canzoni è "Ciao" di Lucio Dalla, la seconda è "Buona domenica" di Antonello Venditti.






Sono due motivi orecchiabili, costruiti su una struttura ciclica essenziale, facilmente assimilabili come è di tradizione al folk o volk che in tedesco significa "popolo" cioè, alla fine, POP.
L'arrangiamento era/rimane all'altezza con la ballabilità, il disimpegno e la leggerezza della cantabilità.

I testi raccontano due diversi tipi di drammi, invece.

Uno, quello di "Ciao", sociale, di portata epocale, di sapore ahimè internazionale, ma di conclamata indifferenza da parte della collettività.

Il secondo, quello di "Buona Domenica", di portata epocale anch'essa, di sapore però, intimo, privato, legato allo spleen dell'età adolescenziale.
Il contrasto tra il contesto musicale e sonoro - l'emozione - e quello testuale - la riflessione - hanno consentito ai due brani di passare indenni al vaglio e all'utilizzo nei più diversi ed improbabili ambienti.

Per dire "Ciao" è stata per lungo tempo la sigla di attesa del call center della Telecom :)

Eppure, pur riecheggiando una citazione colta del "Bella Ciao" della liberazione partigiana, della lotta contro l'invasore, del Ciao di "Ciao amore ciao" di Luigi Tenco ispirato alla partenza per viaggi senza ritorno, pochi ancora oggi sanno che Lucio Dalla ha scritto una delle canzoni più politiche, e al tempo stesso, più malinconiche della sua carriera!

Lucio Dalla sembrava volere dire che mentre ci fanno credere che la tragedia degli uni e il benessere degli altri non possano che convivere, chi ce lo assicura che A) sia proprio così, B) e che le situazioni non possano capovolgersi senza che l'essere umano sappia capire chi sono i colpevoli?

Antonello Venditti invece, da par suo, fa un ritratto magistrale dello spleen adolescenziale alle prese tra impegni scolastici, limiti familiari e pulsioni sessuali in crescita.

Il tutto nel contesto di un tributo nazional - popolare al trionfo del ruolo della Santa Domenica "da trascorrere NELLA e CON  la Famiglia".

Un altro magico contrasto tra un testo che ti prendeva allo stomaco e ti faceva amare Antonello perché "ti capiva" e quell'andamento pop che i cantautori tradizionali proprio non riuscivano a capire.

Ecco, per riassumere, lunedì 14 agosto 2017 mi rinfrescavo, osservavo la realtà e ammettevo che in realtà il popolo dei consumatori non va da nessuna parte, ma si scambia i ruoli a seconda di dove sono le nuove vittime, i nuovi carnefici.

Altre canzoni del tempo immobile, insomma. 

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