mercoledì 17 giugno 2015

La retorica degli anniversari e i Beatles in Italia

Ah, la retorica degli anniversari!

Le ricorrenze spuntano sempre da dietro l'angolo per consentire a qualcuno di fare cassa con le nostre emozioni, quelle più immediate e istintive, associate per qualche motivo ad un episodio privato o collettivo a quella scadenza.

Tutto il nostro calendario, quello che ci connota come consumatori nella gioiosità beatitudine dei diritti acquisiti per accesso economico di chi dispone di denaro per entrare nel paradiso dei balocchi in vendita :), bene tutti gli appuntamenti della nostra agenda quotidiana sono contrassegnati da impegni con le necessità del mercato.


Il mercato ha i suoi ritmi, le sue ossessioni, i suoi investimenti o le sue mancate occasioni di intervento sul sociale di cui giustamente finge di curarsi per non contraddire del tutto l'opinione di tendenza di certe fasce di pubblico.

Lo stesso accade per l'editoria culturale che insegue anche la riedizione del catalogo come progetto a costo contenuto per rinverdire gli interessi di vecchi e nuovi acquirenti.

Ma i media e la loro presenza nella società sono oramai parte integrante, se non addirittura formativa e COSTITUTIVA della percezione della realtà, di quella realtà che vorrebbero solo raccontare ma che è invece fortemente condizionata dal come, il quando, con quale mezzo e il quanto della inevitabile presenza del sistema dell'informazione.

Ed ecco quindi di nuovo la retorica degli anniversari.

"Oggi, di X anni fa, è nato...è morto...ha pubblicato...ha inventato..." e via discorrendo, rendendo il piacere della notizia di UN anniversario "Una Tantum" una sorpresa e un'occasione di riscoperta di fatto perduta!

La società dell'informazione ci obbliga a credere che un buon cittadino è quello che è sempre informato, 24 ore su 24 su tutto ciò che accade in ogni campo e settore della vita produttiva e non.

Ma è un falso bisogno, indotto della necessità di celebrare una forma dannosa di partecipazione alla vita collettiva,una vita in cui tutti parlano di tutto, come sto facendo anche io perché no?

Con la differenza che io scrivo di argomenti che ho studiato cioè di musica e di mass mediologia.

E sul mio blog :)

I Beatles al Cinema Teatro "Adriano" il 27 giugno del 1965
I Beatles al Cinema Teatro "Adriano" il 27 giugno del 1965
Insomma, evviva le ricorrenze. E quindi, tra le tante amenità da ricordare eccoti arrivare le due date  di una mini tournèe che i Beatles fecero nel mese di giugno del 1965 in Italia.

Avevano toccato quasi tutti i paesi europei, quando il manager Leo Wechter riuscì a chiudere questo accordo per portare una realtà musicale a cui però i miopi dirigenti della RAI dell'epoca non vollero dedicare nessun tipo di spazio televisivo, ritenendola una moda passeggera.
I Beatles davanti al Duomo di Milano  in occasione della conferenza stampa, 1965
I Beatles davanti al Duomo di Milano
in occasione della conferenza stampa, 1965

No comment :) Parenti di Dick Rowe della Decca? No, no :) Solo contabili dell'amato baraccone radiotelevisivo pubblico italiano :)

Io sono un ammiratore della band (Non è vero, sono un fanatico :) ).

Al punto tale che per questa ricorrenza sono stato invitato da un "gruppi di reduci" a partecipare ad una trasmissione televisiva in cui l'evento verrà celebrato in diretta il 25 giugno su RAI Tre.

I Beatles erano quasi al tramonto del loro rapporto con la Beatlemania a livello internazionale e con la stagione dei concerti che sarebbe durata fino al mese di agosto del 1966, con il concerto al Candlestick Park a San Francisco.

Ma erano anche all'alba della stagione che li avrebbe incoronati come artisti capaci di percorsi e trasformazioni di cui sarebbero stati parte di un imponente coro internazionale.

Insomma, l'Italia come la Francia un anno prima li snobbò un poco, non facendo registrare loro un tutto esaurito ai brevi concerti della durata di 35' in tutto, grazie alla quale potevano permettere ad Epstein  e ai manager locali di massimizzare i guadagni.

Provate a campare per quasi quattro anni in questa maniera e, per quanto denaro e  successo possano arridervi, bene presto vi sentireste prigionieri di quel famoso Muro descritto e cantato da Waters quindici anni dopo!

I giovani accorsero per vedere l'attrazione, perché da sentire c'era ben poco di significativo.

La band suonava di mala voglia e solo per i soldi che fino alla metà del mese di giugno del 1965 avevano rappresentato più un serio indebitamento che un flusso di cassa utile.

Ma gli utili erano dietro l'uscio :)

Insomma viva i Beatles ancora una volta, abbasso la zombie music e i festeggiamenti per i vecchi che offuscano le nuove generazioni........

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