mercoledì 22 febbraio 2017

C'era una volta Olivetti Ricerca - Parte 1

Multimedialità al pc con cd rom, anni '90
Multimedialità al pc con cd rom, anni '90
Rischio di dimenticare che ventidue anni della mia vita li ho trascorsi facendo formazione per gli adulti, imparando a capire cosa fosse la didattica multimediale, man mano che essa prendeva le prime forme dall'embrione della sola prospettiva tecnologica di cui diversi ex giovani cominciavano ad occuparsi per il futuro che respiriamo oggi.
Quel tipo di energia, infatti, si è tradotto nel tempo in molte delle pratiche di uso comune nel presente.

Schizzo del progetto dello stabilimento Olivetti, Pozzuoli
Schizzo del progetto dello stabilimento Olivetti, Pozzuoli
Venticinque anni fa io sapevo solo che dopo tre colloqui, sei mesi di attesa per capire se ero stato assunto o meno e la constatazione che oltre al corso per agenti di commercio non avevo altre scelte professionali, da Pozzuoli, dalla Olivetti di Pozzuoli ricevo una telefonata di convocazione finale pochi giorni prima di trasferirmi a Napoli, da Bologna.

De Benedetti, l'allora AD della gloriosa società eporediese, aveva ottenuto dallo Stato Italiano oltre 70 miliardi di lire per un ambizioso contratto di programma che prevedeva diversi progetti di ricerca tra cui quello sulle "applicazioni multimediali a diversi ambiti della comunicazione".


Mi ricordo quando,durante il primo colloquio di selezione, il titolare del progetto, un ex commerciale di Olivetti interessato a ehm...interessato ai ehm....interessato e basta :) mi domanda se sapevo cosa fosse "questa multimedialità" di cui tanto si parlava ma che poi chissà che sarà poi...

Io cercai testi, riviste sull'argomento per non farmi trovare impreparato al mio ingresso in sede.

Pc 286
Trovai, a Bologna, un primo volume di natura seminale - come aspettarmi qualcosa di diverso nel 1991! - sulle visioni applicative dei golem tecnologici da venire.
E rinvenni una rivista di un editore italiano che invece anticipava la curiosità dei costruttori verso la tecnologia multimediale, ancora mastodontica e tutta da esplorare.

Il titolare del progetto mi aveva lasciato a dir poco perplesso con quel atteggiamento da gradasso di periferia, di chi plana su tutto, tutto acchiappa, lasciando i resti ai cani.

Operai alle presse, Olivetti
Operai alle presse, Olivetti
Non sapevo cosa aspettarmi da questo ambiente costruito nei vecchi stabilimenti della Olivetti flegrea, se non quei luoghi rumorosi, con alti box a grandi vetrate, macchinari carichi di sudore e grasso lubrificante dove ero stato da bambino quando papà vi aveva lavorato, rischiando di danneggiare il suo giovane sistema nervoso.

Adriano Olivetti
Adriano Olivetti
Un bel giorno, dopo i convenevoli di rito e le benedizioni della segretaria capo, faccio finalmente ingresso nello stabilimento  voluto da Adriano Olivetti sulla via Domiziana, ad Arco Felice e vengo accompagnato nello scantinato dove sarei rimasto a lavorare per i primi quattro anni.

Con me ricordo, Vincenzo, Mimmo, Andrea, Ernesto, Pasquale che erano entrati nell'estate del 1991, mentre dopo di me, che misi piede in azienda il 2 febbraio del 1992, sarebbero arrivati Leonardo, un altro Andrea.


Come me, alcuni dovevano essere "sangue fresco" cioè nuovi assunti perché il contratto di programma lo esigeva, mentre altri vennero "reclutati" tra il personale di Olivetti in carico alla ICO di Ivrea e interessati e rientrare su Napoli, dove avevano le loro famiglie di origine.

Il clima non fu rassicurante, non fui assegnato a nessun progetto di ricerca e colmo dei colmi, sulla mia scrivania non ci sarebbe stato alcun computer per diverse settimane!

Mi ricordo però del radioso saluto di Paola, la mia prima responsabile che fece di tutto per dissimulare l'evidenza di un impatto decisamente deludente.

Nel giorni successivi mi avrebbe fatto conoscere i colleghi, invitandomi a parlare con loro, uno per uno.

La cosa provocò la reazione di uno di loro, futuro responsabile CISL e futuro dirigente d'azienda. Era un nostro coetaneo tornato a Napoli dalla ICO di Ivrea. In una riunione estemporanea in ufficio, decise che ero una "spia del personale" e invitò i pochi colleghi a tenere la bocca chiusa su tutto.

Grazie al cielo, i colleghi erano napoletani, intelligenti. Mi raccontarono l'accaduto, invitandomi a riderci su e tenermi a distanza dalla serpe.

Carino l'inizio vero? Ma non tutto doveva continuare su questa linea. Infatti peggiorò :)

Ma questo lo racconto nel prossimo post.

Mauro Boccuni

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