giovedì 2 febbraio 2017

“The evolution of love”, Wizard, 2016

“The evolution of love”, Wizard, 2016
“The evolution of love”, Wizard, 2016
“The evolution of love” è il titolo del nuovo lavoro dei Wizard (from Napoli), una band storica del territorio napoletano. Il cd è uscito nel 2016, è una auto produzione del trio, un classico power trio di rock la cui sonorità si colloca a cavallo tra l’aggressività dell’heavy metal, la raffinatezza del prog, la pulsazione del funk e la cantabilità del pop.

I Wizard sono Tiziano Favero alla voce e al basso, Rino Musella alla batteria e Marco Perrone alla chitarra, una band che ha le sue radici nel fiorire della no wave degli anni ottanta a cui loro risposero con un sonoro “Grazie! a Noi piace fare altro!”.


“Straight to the unknown”
Un’autonomia di pensiero, interesse e identità umana che ha prodotto dei risultati molto brillanti per un lungo periodo offrendo a Tiziano e a Rino, i due membri originari della band, l’occasione di riaprire i giochi nel 2012, pubblicando nel 2014 un EP “Straight to the unknown”.

Quanto sto scrivendo va riletto alla luce di un rapporto di amicizia molto stretto che mi lega a Tiziano e Rino per cui sto progettando un libro biografico. I Wizard mi avevano colpito per la loro autenticità che in parole povere consiste nella capacità di fare musica in tre, in versione acustica o unplugged attraverso canzoni nate per l’amplificazione di un organico rock.

Rimasi folgorato da come sapessero restituire un pathos inconsueto, nei tempi che viviamo, per energia, precisione e coinvolgimento della band. Inoltre, i Wizard hanno un repertorio di pezzi molto forti. Il loro alla fine è un rock cantabile come può essere seducente l’idea di passare una notte ad amare una donna, cosa di cui tutti i musicisti millenial sembrano vergognarsi nelle liriche e soprattutto nel feeling della musica.

40 anni fa, quando i Wizard hanno posto le basi delle loro esperienza artistica nell'hard rock, nel blues rock dei Led Zeppelin, di Ted Nugent, dei Deep Purple, si sono consentiti tutta una serie di lezioni in ambiti e generi diversi grazie alla versatilità di Rino Musella che suonava anche con altri gruppi. Oggi si tira in ballo spesso quanto sia umiliante per un artista (I musicisti frustrati e senza futuro chiamano sè stessi “Artisti” senza avere mai avuto un vero riconoscimento pubblico) doversi fare i calli suonando nelle tanto odiate “tribute”, mentre un tempo si suonava e basta senza tanti pensieri. Bastava che i comprimari fossero all'altezza, l’atmosfera fosse buona tra palco e pubblico, le birre fossero assicurate e i ragazzi imparavano a fare musica d’insieme. Riuscendoci il più delle volte

I Wizard si sono “professionalizzati” con una certa rapidità, vuoi per la leadership di Tiziano, la professionalità di Santino il loro primo chitarrista e il drumming solid rock di Rino, vuoi per l’incoscienza di chi come gruppo se ne fregava di cosa facesse tendenza all’epoca.

Prime demo, prime partecipazioni al raduni rock per emergenti (Altro leitmotiv giornalistico, quello dell’emergente a cui in Italia corrisponde la più sorda speculazione dei MaGnager sulle ambizioni di tanti giovani appassionati) , primi contatti con un management professionale, l’inizio di una stagione di successi tra la fine degli anni ottanta inizio novanta.

Poi, la vita e poi il ritorno che oggi è questo viaggio su cd, che ha per titolo, in italiano, “L’evoluzione dell’amore” come la penultima canzone del disco e come la suggestione dell’abbraccio tra un angelo bianco e una donna di color suggeriscono.

Le alchimie tra le apparenti opposizioni generano pozioni dagli effetti più diverse ed imprevedibili.

Ed è quello che succede in questo disco in cui tra ballate e marce rock serrate emerge un pezzo strumentale eccezionale a mio dire “Metaphysical journey” che non solo da spazio ad una produzione ricca orchestralmente, ma sa evolverla con l’intelligenza compositiva di chi sa generare un climax teso, ambizioso, dal sapore antico per timbri quali un synth e un organo da rock blues, come si portava un tempo.

Si ammira il coraggio di evadere, di suscitare immagini di territori esotici anche oggi che tutto sembra essere stato visto e da cui non ci si attende più sorprese.

I Wizard lo sanno raccontare bene come hanno sempre fatto, ma in questa occasione si sono impegnati di più.

Mauro Boccuni

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