venerdì 24 aprile 2015

Stella Diana - 41 61 93, 2014

Stereocensioni, Mauro Boccuni, Stereobus, illimitarte, Napoli,
Vi propongo l'ascolto dell'ultimo lavoro "41 61 93" degli Stella Diana, una band storica del territorio indipendente napoletano.

Una lunga militanza partita nel 1998 anno in cui la band si è formata e a partire dal quale i componenti capitanati da Dario Torre voce, chitarra autore e compositore assieme al gruppo dei brani di "41 61 93", ad ESSERE una realtà musicale con delle radici solide, mature e apprezzate anche oltre alpe, come suol dirsi.
La copertina di "41 61 93" Stella Diana
La copertina di "41 61 93"

Se posso spendere un personale commento sulla percezione degli Stella Diana, da un punto di vista umano e musicale riflettono una stagione di valori quali la dedizione, la caparbietà, lo spendersi per una inevitabile passione e un senso di etica artistica che li accomunano a tante realtà di un passato molto più remoto del loro.

Una stagione di cui sono testimoni e in qualche misura portavoce nello spirito di understatement che caratterizza la loro distanza dalla rappresentazione, dalle chiacchiere della comunicazione di ufficio, dalla ricerca di un consenso a tutti i costi o dal rinnovo del patto generazionale.


Gli Stella Diana, Dario Torre operano nella realtà quotidiana di chi appartiene a ciò che fa, con la loro visione poetica/artistica e chi li ama, li segue.

"41 61 93" ne è una prova, a partire dalla confezione curata come fosse un vecchio LP.

E so bene che è un'operazione realizzata a mano il che rende il packaging ancora più unico e prezioso come lo erano le vecchie fanzine, di 35/40 anni. Battute a macchina, con la grafica fatta a mano con a colla e lo scotch, poi ciclostilate e vendute una per una a gente che, non ci crederete, ai concerti ci veniva davvero!

Ve la propongo fotografata in maniera che possiate rendervi conto da soli di cosa sto parlando.

Musicalmente, "41 61 93" pur restituendo intatte le caratteristiche del suono e dello spirito delle composizioni della band ispirate come loro stessi ammettono alla new wave e allo shoe gaze, è un lavoro di trame, di orditi, di ricerca sonora, di cesellamento in ottimo equilibrio tra l'impegno speso in studio, inteso come una tela sonora, e la difesa dell'energia sonora di un power trio rafforzato.


Bisognerebbe soffermarsi con la band per discutere del cerchio misterico e suadente con cui riescono a chiudere la cifra stilistica tra ritmica e chitarre ammassate a costruire la dinamica in fondo alla quale si intravvede la voce mantrica e senteziosa di Dario Torre.

Ma in mancanza di questa chiacchierata, vi suggerisco di lasciarvi trasportare nel viaggio dall'acida soavità di "Isabeau", per poi approdare all'incalzante mid tempo dello strumentale "Edward teach" una delle tracce più accattivanti del cd.



"41 61 93" è un lavoro di raffinate ballate rock,sostenute dal suono vintage di una band a cui va riconosciuto il merito di avere il coraggio di non dimenticarsi che le cose più belle non dipendono da quello che mettiamo o meno sulla carta o in un cd, ma dalla gioia, dalla felicità di volerle fare.

Mauro Boccuni







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