domenica 12 aprile 2015

Stereocensioni - ØEN Zero Estensioni Neuronali "La porta stretta"

Stereocensioni, Stereobus, illimitarte, Mauro Boccuni
Il lavoro di cui vi scrivo nel presente mi è stato sottoposto dal suo autore/produttore, Piero Ducros D'Andria che all'inizio dell'anno 2015 mi ha contattato per invitarmi all'ascolto di una proposta da cui sono rimasto affascinato e, lo dico senza problemi, sedotto e divertito come non mi accadeva da anni.

Il CD, di cui vi sto suggerendo alcuni commenti e/o suggerimenti per l'ascolto, si intitola "La porta stretta" ed è stato pubblicato a nome di un progetto intitolato ØEN un acronimo che sta per Zero Estensioni Neuronali.

Tre cose vanno subito chiarite o meglio dichiarate per offrire una chiave di lettura di questa proposta.

"La porta stretta" accompagna con naturalezza una abbondante mezz'ora del tempo dell'ascoltatore impegnandolo all'antico fascino delle produzioni pop rock internazionali che 40 anni fa incantavano le platee di mezzo mondo.


E questa magia 40 anni accadeva grazie alla varietà compositiva, l'inventiva dei musicisti che tali erano senza timore di essere smentiti per la loro abilità nelle esibizioni dal vivo, la qualità del produzione con cui ci esaltavamo dinanzi ai nostri impianti stereofonici.

Li vedevamo valorizzati dopo tanta sacrificio per averli comprati e sistemati nel loro tabernacolo domestico :) e quella impareggiabile eco dell'esperienza estetica, ci seguiva per settimane come una coda, un sapore, un richiamo per tornare ad incontrare un sogno a cui finivano per appartenere.

"La porta stretta" come operazione complessiva "paga" il suo tributo ad una serie di fonti ispirative tra le quali emerge l'ammirazione dichiarata di D'Andria per i Police, le tessiture chitarristiche di Andy Summers che a sua volta aveva portato, alla fine degli anni, settanta nel power trio inglese un lungo esercizio di confronto di maturazione stilistica suonando, nel decennio precedente, come turnista per artisti molto eterogenei per progetti e generi.

D'Andria introduce ne "La porta stretta", che rimane un album di rock nell'accezione pop delle tradizioni anglosassoni, una cura per riflessioni e commenti di stampo etico/filosofico sulla natura umana non comuni per i musicisti italiani, più avvezzi a rifugiarsi nella convenzione " letteratura in musica " ossia impegno autorale con musica in secondo piano opposta alla più tradizionale esperienza della musica assoluta.
Oppure si salta il fosso dichiarandosi out, indie, o più sommesamente di nicchia.

La mia dicotomia ha certamente banalizzato lo spirito con cui ci si avvicina o si accolgono le proposte di inediti in Italia, ma alla fine siamo lì.

D'Andria necessita ancora di altre occasioni per mettere a fuoco gli spunti e le idee che affollano il suo arciere.

Ma è proprio questa ricchezza, questa densità di visioni e di continui rilanci creativi che rende la sua presenza preziosa nel sonnolento panorama della nostra provincetta italica.


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