A presentare gran parte del suo secondo lavoro "La trasformazione" il batterista Stefano Orzes che ha collaborato anche alle registrazioni del cd.
Nel live set di ieri sera, 22 maggio 2015, DeVigili ha eseguito anche alcune delle composizioni dei suoi lavori precedenti, il primo cd "Motori e introspezioni" del 2012 e l'EP "La semplicità" del 2011, risultato di un concorso vinto che le ha consentito di esordire pubblicamente.
Accanto al suo repertorio, ha eseguito due cover, la prima "Io vorrei essere là" di Luigi Tenco, la seconda "Io sono skianto" degli Skiantos.
Il Woodstock ieri sera non era affatto gremito, come forse accade per altri spettacoli di diversa presa "popolare".
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Maria DeVigili al Woodstock, Caserta |
Quanti musicisti del nostro territorio napoletano, e non solo, avrebbero ceduto alla comprensibile rassegnazione di suonare dinanzi ai pochi presenti in sala? Ma la legge del professionista vuole che anche solo UN ascoltatore attento meriti rispetto.
E RISPETTO è una parola che DeVigili chiede con evidenza per sè stessa e il coraggio con cui presenta la sua proposta, una "proposta d'Arte", complessa, articolata, innovativa ma per un pubblico "da venire".
Il tessuto formale della sua scrittura è quello della canzone, quello più tradizionale della nostra canzone, cantata nella nostra lingua.
Per un esame più attento della sua poetica rimando ad un terzo articolo su Maria Divigili.
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Maria DeVigili con cui ho scambiato qualche parola è una donna che agli occhi di tutti è molto più giovane della sua età anagrafica. E' una "pittrice con i suoni", ingenua e risoluta, tenace e infantile nel gesto del gioco con cui "giustappone" e monta il materiale sonoro, ritmico, le texture del suo mondo soprendente.
Nel senso di una sorpresa che alla lunga potrebbe generare irritazione e frustrazione all'ascolto.
Ma bisogna lasciare corda a Maria DeVigili, perché che le sia chiaro o meno dove sta andando, al momento è stimolante come quasi nessuno in Italia.
Se non l'avessi conosciuta di persona, e non l'avessi ascoltata dal vivo, mi sarei perduto un buon 60% della sua vitalità artistica.
Non sembra nulla di tutto ciò che è in realtà e il maschilismo della critica italiana la bollerà usando la solita espressione - "è derivativa di" - per marcare territorio ed isolare un alieno.
Ma la densità delle sue premesse con il cantautorato e il rock hanno poco a che fare.
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