sabato 16 maggio 2015

Nebulae & Panic Clown, commento al live di giovedi 14 maggio al Woodstock Music & Arts, Caserta

Una serata all'insegna del sold out al Woodstock Music & Arts di Caserta, quella di giovedì 14 2015.

Un sold out SE ci fosse stato un biglietto da vendere, mentre invece era solo un prevedibile (?) pienone di pubblico che occupava in trance con birra in mano l'area antistante il palco.

Un palco che giovedì sera ha visto calcare le tavole da parte di due band, nell'ordine i Panic Clown e quindi i Nebulae, due formazioni di rock "estremo", come preferisco identificarli io, che trovo le etichette di genere del tutto difficili da utilizzare, soprattutto rispetto agli innumerevoli percorsi di contatto tra linguaggi ed esperienze storiche che le produzioni indie e no solo ci sottopongono.

Io uso l'aggettivo "estremo" perché questo tipo di formazione sottopone il pubblico che, in genere, lo segue e si rispecchia nei codici espressivi, ad una vera e propria "sodomizzazione " sonora costituita da una grossa suppostona in cui sono stati mescolati e resi del tutto indistinguibili i dettagli dell'organico musicale.



Il rito sarebbe quello di un'orgia di materia sonora dove il power trio - basso, batteria e chitarra - sormontati da un vocione da vichingo rivela di fatto solo l'inizio e la fine di N atti, riconducibili a delle canzoni.

Rileggendo quanto ho appena scritto, potrei accogliere il quesito di chi potrebbe domandarmi se era la prima volta che ascoltavo due band  di metal, hardcore, punk grunge etc.. e per di più dal vivo.

No :) Per quanto non abbia trascorso la mia esistenza nutrendomi a queste fonti, conosco quello che del genere si deve conoscere e quando studiavo a Bologna, al'inizio degli anni ottanta, qualche volta frequentavo anche i locali dove si esibivano gli ultimi scampoli del già defunto punk. L'hardcore americano era lungi dal manifestarsi.

Tornando a noi, quindi ai due act ad alto impatto viscerale, giovedì sera al Woodstock.

Tra i due, i Panic Clown rivelano una buona coesione a livello di gruppo e sembrano coltivare un maggiore interesse per una struttura compositiva più articolata (accenni alla matrice tradizionale del rock blues, accenni dei princìpi evolutivi della forma song, accenni di varietà di colori timbrici, varietà ritmiche) rispetto ai Nebulae che, pur dimostrando di possedere le abilità che il genere richiede loro, si espongono ad un set più monotono e acusticamente massacrante.


Alcune riflessioni.

Affidandomi ai miei ricordi bolognesi e al tanto materiale, soprattutto audiovisivo, in mio possesso mi chiedo che senso abbia mettere in scena una manifestazione di stilizzazione dell'energia privata della sua funzione sociale, dell'urgenza che hanno mosso, nel tempo, le bandi rock 'n roll, di punk e di hardcore.

Mi spiego meglio ancora.

Che senso ha fare un sound check così lungo e accurato come quello a cui ho assistito per un genere che di fatto è "metti il jack nella chitarra e del basso, mettili al massimo del volume e fuck you all bastards !!!"

I componenti di queste band sono tutti così educati, gentili, preparati, cordiali, pettinati e vestiti come la musica prevede, pronti ad una meticolosa riproduzione della "partitura" orale come è stata tramandata, sono inappuntabili e assolutamente COLTI da questo punto di vista!

Ma da un punto di vista meta comunicativo tutto ciò "cozza" con le origini e di fatto quindi il senso di quello che fanno sul palco, riducendo l'esibizione ad una carnevalata, un omaggio ad un'ambizione a cui la Storia li ha sottratti, senza riuscire ad accettare e a trovare quindi un'identità musicale che sia propria !!! Qualunque essa sia.

E questo discorso riguarda in particolar modo chi di fatto mitraglia per mezz'ora e basta un pubblico.

Alla band di questo genere non interessa fare ascoltare il testo, nè una forma di virtuosismo alla chitarra. E' un urlo da attacco unnico dall'inizio alla fine.

Fosse una forma di avanguardia che mi sfugge? Nooo :)

Just fun? Just fun, just fun.

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